Doveri & Diritti

Riflessione su doveri e diritti di una persona che segue una dieta

ok, la dieta la devo fare io però:

  1. Si deve essere trattati come Soggetto non come Oggetto
  2. Sono una persona, non un numero
  3. E’ un buon metodo proporre piccoli obbiettivi per arrivare al traguardo finale che segna l”inizio di una nuova vita
  4. Avere un rapporto più umano e confidenziale rende meno traumatico salire sopra la bilancia (questa farà meno paura e non sarà percepita come una violenza). Quello che permette di godere dei risultati è il rapporto confidenziale e umano piuttosto che la sola ricerca del risultato stesso
  5. Avere maggiore consapevolezza dei propri limiti permette di definire e distinguere la fame nervosa rispetto ad altre variabili che possono essere incorse nell’assunzione del cibo (a questo scopo, il diario alimentare può essere un buon strumento)
  6. Il medico dovrebbe sempre ascoltare la persona anziché comportarsi in modo saccente evitando di considerarla
  7. Avere dei supporti non canonici (come per esempio pet therapy, personal trainer etc.) aiuta a superare la solitudine dei problemi e la “non comunicazione” del paziente. E’ utile avere un sostegno completo, ampio e trasversale (non solo psicologo, nutrizionista e amica/o)
  8. I medici e le altre figure di riferimento dovrebbero essere sensibilizzati a parlare coi pazienti, è utile che venga suggerito al medico di prendere in considerazione il lato umano di chi ha di fronte. E’ importante considerare l’obesità come una patologia a cui affiancarsi con sensibilità e delicatezza

MG

Diversità & Unicità

“Abituarsi alla diversità dei normali è più difficile che abituarsi alla diversità dei diversi” . (Giuseppe Pontiggia).

Tema profondo si è svolto oggi al laboratorio di scrittura, tema che coinvolge tutti noi in prima persona, non invecchia mai anzi è vivo nel quotidiano di ciascuno.

Innanzitutto definire il concetto di “diversità” o di “normalità” in assoluto è un paradosso, possiamo avvicinarci ad una concezione similare che sarà poi soggettiva; potremo quindi parlare di “normalità soggettiva”. La Normalità di per sé è anonima, incolore, insapore. Esiste poiché c’è la Diversità. Sono strettamente legate, dove inizia una finisce l’altra. In altre parole l’essere diversi è un’accezione che diamo noi stessi a noi stessi. Ognuno è portatore di determinate caratteristiche, siano esse somatiche o del temperamento ; si crea una discrepanza quando questo diventa un problema, nel momento in cui temiamo la “diversità” dell’altro, la allontaniamo, la scherniamo. Invece la nostra “Unicità” è fonte di ricchezza, prendere coscienza dei propri limiti è la vera consapevolezza. Una ragazza al laboratorio ha scritto “…Ho imparato ad ascoltare la voce, a pelle, dei miei bisogni…”. E’ una risorsa immane quella del “diverso”, di riuscire a comprendere la propria natura e di accogliere quella dell’Altro. Così, la condivisione di ogni unicità diventa la molteplicità, e l’incolore assume tutti i colori dell’arcobaleno.

Come diceva Hermann Hesse: “Ogni uomo non è soltanto lui stesso è anche il punto unico, particolarissimo, in ogni caso importante, curioso, dove i fenomeni del mondo si incrociano una volta sola, senza ripetizione”.

T.S.